 |
La locandina del film. |
Frankie Dunn è un ex pugile ora allenatore-manager di boxe cui la vita non ha risparmiato amarezze che però lui ha interiorizzato senza rancori, pur con un carattere introverso e scorbutico. Gestisce una palestra di second'ordine assieme a Scrap, anch'egli ex pugile proprio sotto la guida di Frankie, con il quale ha un rapporto di amicizia ma conflittuale: Scrap perse la funzionalità di un occhio durante un incontro e di questo Frankie si sente responsabile avendo egli condotto Scrap a misurarsi per il titolo. A causa di questo ricordo, i contrasti tra i due sono frequenti spesso anche per banali pretesti.
Frankie si reca ossessivamente a messa martellando il reverendo con le sue domande senza risposta su religione e fede.
Coltiva una singolare passione per la lingua gaelica.
Tiene un rapporto epistolare con la figlia che non vede da molti anni, ma le sue lettere non ricevono risposta e gli vengono puntualmente recapitate indietro senza nemmeno venire aperte.
La vita ha insegnato a Frankie a detestare il rischio: per questo motivo e preoccupato più di proteggere i propri pugili che non spingerli verso traguardi ambiziosi, evita di farli concorrere per il titolo addicendo loro che non sono ancora pronti per combattere.
Dopo che il suo ultimo pugile lo lascia per un altro manager ben più arrivista che gli garantisce l'incontro per il titolo senza fronzoli, Frankie si trova senza pugili da allenare e quindi senza un vero progetto da portare avanti.
Ecco quindi entrare nella sua vita Maggie Fitzgerard, determinata ragazza di modestissime origini e con pochi dollari in tasca che si guadagna da vivere servando ai tavoli, ma con una passione per la boxe che la porterà a superare ogni limite giustificato dalla già avanzata età con la quale inizia a misurarsi seriamente con questo sport.
L'incontro con Frankie, inizialmente restio ad allenarla ma poi sempre più conquistato dalla grinta e volontà della ragazza, darà vita ad un nuovo capitolo nella vita di entrambi: Frankie rivedrà in Maggie la figlia con cui non riesce più ad avere contatti, Maggie rivedrà in Frankie il padre che le è mancato tempo prima.
Insieme condivideranno il loro destino, uniti a doppio filo verso l'ineluttabile.
"Million Dollar Baby" è un film che è ambentato nel mondo della boxe ma non è un film sulla boxe. E' un film sulla competizione che diventa ragione d'essere, sui rapporti umani e sull'empatia, sulla gioia e sul dolore, sulla generosità e sul'avido menefreghismo, sul senso della famiglia , su come i cambiamenti nella vita delle persone possono avere un prezzo da pagare a volte molto alto.
E' un film che racconta il dolceamaro della vita con una grazia e una intensità propria dell'ultimo Eastwood, che ha ormai abbandonato i panni da duro del Texano dagli Occhi di Ghiaccio e dell'Ispettore Callaghan per lasciare il posto ai toni dimessi ma non per questo meno incisivi. Unendo alla saggezza e alla disillusione una velata malinconia. Ma è un Eastwood che dimostra anche la sua grande attenzione ai problemi e alle tematiche sociali, come l'eutanasia. Argomento che egli affronta frontalmente e con consapevole fermezza.
Le musiche, preparate e scelte con grande attenzione dallo stesso Eastwood, sono il perfetto connubio tra la grande carica emotiva contenuta nel film proiettata nello spettatore che ne viene avvolto al punto da immedesimarsi nel profondo con i sentimenti e le emozioni dei protagonisti di questa vera storia di educazione alla consapevolezza.
4 premi Oscar. Per noi il migliore film del decennio 2000-2010. Per qualità assoluta di regia e recitazione, empatia e intensità, perfetto equilibrio tra realismo e pathos, cura dei dettagli. Sono cose che fanno la differenza e alle quali un cinema che sa anche essere di buona qualità come ad esempio il cinema italiano -ma che risente di una colpevole mancata attenzione verso le cose che fanno davvero ricordare un film nel tempo- dovrebbe attingere.