lunedì 22 settembre 2014

Alpha Dog (2006) - di Nick Cassavetes con Emile Hirsch, Justin Timberlake, Sharon Stone e Bruce Willis

La San Fernando Valley, Los Angeles, CA,
località di riferimento del film
Tratto da una storia vera. Cassavetes ci porta dentro il mondo giovanile "made in USA" contemporaneo, in tutta la sua aberrazione e degenerazione.
"Alpha Dog", il giovane leader di un gruppo di ragazzi, già avvicinato dal padre al mondo della malavita di Los Angeles e a tutti gli effetti testa di ponte del traffico di marijuana della San Fernando Valley, vive nel benessere legittimato dalla sua posizione.
I "suoi" ragazzi lo venerano e lo vedono come punto di riferimento per una vita piena di divertimenti sopra le righe e feste da sballo dove abbonda l'uso di droga. Dal più supino e devoto al più indipendente, nessuno può dire di no a Johnny Truelove.
Perchè grazie a lui ci si sente parte di qualcosa, ci si sente grandi, importanti.
E' la rappresentazione del crollo dei valori tradizionali.
Locandina pubblicitaria di Palm Springs, teatro della "Fiesta".
La famiglia non ha più il suo ruolo guida e i genitori sono privi della forza del controllo sui figli: già piegati dalle loro fragilità di adulti, vittime del proprio essere oppure semplicemente assenti nei momenti chiave, i genitori non riescono più in nessun modo ad essere presenti nel modo giusto nella vita dei figli: Sonny Truelove (papà di Johnny) crea però un gangster a propria immagine e somiglianza, un ragazzo cresciuto in fretta e con un carisma fuori dal comune. Ma pur sempre un ventenne che non riesce ad evitare che la situazione progressivamente gli sfugga di mano.
I rapporti sociali tra i ragazzi sono basati più sulla volontà di sopraffazione che non sull'amicizia, più sull'interesse personale che non sull'empatia.
Su queste basi si evolve la storia. Prima con dei contorni sfumati, poi sempre più chiaramente, si va progressivamente verso l'epilogo drammatico. Un evento si sussegue ad un altro, creando una reazione a catena inarginabile. E' un qualcosa di troppo grande per questi ragazzi dalle famiglie benestanti, che vedono i risultati delle loro azioni andare ben oltre le loro intenzioni.
Il cane alfa della gang: abituato ad avere il controllo su tutto, ad
essere il centro del mondo di una gioventù che si sente protagonista all’interno di questo mondo dal sapore malavitoso, rischioso, estremo e quindi affascinante.
Poi il castello con le fondamenta di argilla che crolla. Il mondo

patinato che si dissolve. I suoi abitanti che fuggono in

maniera caotica, disordinata. Come formiche impazzite. Una corsa

di breve durata. Solo il Cane Alfa continua la fuga. Braccato, solo,

per la prima volta preda. Una fuga spettacolare e drammatica,

accompagnato da un ex compagno di scuola da uno stato all’altro

fino al confine messicano e poi il precipitoso ritorno a Los Angeles

per preparare la fuga definitiva. Una vita al massimo, una ultima

pagina che ancora deve essere scritta, una storia dei nostri giorni.

Una storia da American Dream che si trasforma in un incubo.
Prendendo spunto da un reale fatto di cronaca, Cassavetes fotografa il mondo giovanile di oggi nella sua dimensione non già di causa ma di effetto degenerativo della cultura occidentale. Quando lo sballo si sostituisce al sapere e alla consapevolezza, quando la gang si sostituisce alla famiglia e quando i "soldi facili" sono l'unico fine per il quale ogni mezzo sembra giustificato: pur senza moralismi e paternalismi ma vedendo invece la storia dall'interno e da diversi punti di vista, il lavoro di Cassavetes è ottimo anche grazie alle ottime prestazioni attoriali: sia quelle dei "verdi" e sorprendenti Hirsch e Timberlake, sia i quasi "camei" dei già affermati Bruce Willis e Sharon Stone.

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