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Un poster pubblicitario del film. |
Gli eventi si susseguono nei giorni dal 2 al 4 Luglio 1996. Gli alieni distruggono, con una sorta di "raggio della morte" utilizzando i satelliti terrestri, tutti i più grandi centri abitati della Terra posizionandosi al di sopra di ciascuna città con le loro astronavi. Vengono distrutti edifici-simbolo come la Casa Bianca e l'Empire State Building, stesso destino tocca a Los Angeles, Mosca e tante altre città europee.
Il Presidente degli Stati Uniti riesce a fuggire con l'aereo presidenziale prima di venire travolto dalla marea di fuoco e fiamme; la Terra è nel caos e ben presto, quando si riesce faticosamente a organizzare una prima controffensiva con l'aviazione statunitense ci si rende conto che le astronavi aliene sono protette da uno scudo deflettore che respinge tutti gli attacchi.
Saranno l'ostinato e coraggioso capitano dell'aviazione Steve Hiller (Will Smith) e l'hacker David Levinson (Jeff Goldblum) gli elementi-chiave per sconfiggere gli alieni e assicurare la continuità alla razza umana.
Film versione moderna del genere "catastrofico", ma senza una vera forza nel racconto. L'unica forza di occasione che è presente, forza oggi più che mai obsoleta rispetto a 20 anni fa, è quella della retorica in una delle sue versioni più stucchevoli. Quasi uno spot elettorale che non può più fare presa su spettatori un minimo sofisticati e un minimo consapevoli di quello che l'industria cinematografica americana ha spesso venduto al proprio pubblico.
Gli alieni (ovviamente dall'aspetto mostruoso e privi di empatia) sono descritti come tecnologicamente molto più avanzati rispetto agli umani: eppure vengono sconfitti tramite l'innesto di un banale virus da computer.
Ma non è questo l'aspetto importante, o meglio non è questo l'elemento di vero disturbo che si può avvertire guardando il film oggi.
La cosa che dà fastidio è la solita netta distinzione tra bene e male fatta per enfatizzare parole gesti e azioni compiute dai buoni....d'altronde più che mai in questo caso essendoci da salvare il mondo gli Stati Uniti devono essere sempre in prima fila.
La cosa stucchevole è quel falso moralismo, quella esaltazione dello spirito nazionalista da quattro soldi, quella esibizione di purezza interiore, quell'ostentazione di commoventi quadretti familiari, quel destino che tra lutti e insuccessi sembra accanirsi verso i protagonisti ma che viene solamente usato come molla per dare ancora maggiore risalto al successo che ne conseguirà (opportunamente proprio nell'anniversario dell'Indipendenza...), quell'eroismo a volte spaccone e scanzonato e a volte foderato di buoni sentimenti, quei bei discorsi di chiamata mondiale alle armi contro gli invasori per infiammare gli animi e tenere il morale alto....ma che sfociano in una banalità assoluta. Perlomeno, come dicevamo, verso lo spettatore un po' arguto e che conosce ormai a memoria i metodi usati dalla propaganda americana quando decide di mettersi in moto.
Un film dai robusti effetti speciali e girato come fosse un enorme spot, enorme successo al botteghino vista anche la mastodontica pubblicità che lo precedette. Ma che soprattutto oggi ci fa apparire ancora più senza senso e sbiadito quel copione trito e ritrito che deve esaltare i gendarmi del mondo, già ampiamente utilizzato in tante produzioni USA per allontanare dalla gente lo spirito critico, per giustificare crimini dietro termini come "sicurezza nazionale" e per accogliere con benevolenza non gli atti di difesa verso invasori ma gli attacchi verso paesi sovrani che anche dopo il 1996 non sono mancati.
Comunque un bravo a Will Smith e Jeff Goldblum.
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