domenica 14 giugno 2015

Independence Day (1996) - di Roland Emmerich con Will Smith, Jeff Goldblum, Bill Pullman, Mary McDonnell, Randy Quaid, Robert Loggia, Adam Baldwin.

Un poster pubblicitario del film.
Il racconto di una ipotetica quasi riuscita invasione della Terra da parte di forze aliene giunte con delle astronavi dalle pazzesche dimensioni di circa 500 Km. di diametro.

Gli eventi si susseguono nei giorni dal 2 al 4 Luglio 1996. Gli alieni distruggono, con una sorta di "raggio della morte" utilizzando i satelliti terrestri, tutti i più grandi centri abitati della Terra posizionandosi al di sopra di ciascuna città con le loro astronavi. Vengono distrutti edifici-simbolo come la Casa Bianca e l'Empire State Building, stesso destino tocca a Los Angeles, Mosca e tante altre città europee.

Il Presidente degli Stati Uniti riesce a fuggire con l'aereo presidenziale prima di venire travolto dalla marea di fuoco e fiamme; la Terra è nel caos e ben presto, quando si riesce faticosamente a organizzare una prima controffensiva con l'aviazione statunitense ci si rende conto che le astronavi aliene sono protette da uno scudo deflettore che respinge tutti gli attacchi.

Saranno l'ostinato e coraggioso capitano dell'aviazione Steve Hiller (Will Smith) e l'hacker David Levinson (Jeff Goldblum)  gli elementi-chiave per sconfiggere gli alieni e assicurare la continuità alla razza umana.

Film versione moderna del genere "catastrofico", ma senza una vera forza nel racconto. L'unica forza di occasione che è presente, forza oggi più che mai obsoleta rispetto a 20 anni fa, è quella della retorica in una delle sue versioni più stucchevoli. Quasi uno spot elettorale che non può più fare presa su spettatori un minimo sofisticati e un minimo consapevoli di quello che l'industria cinematografica americana ha spesso venduto al proprio pubblico.

Gli alieni (ovviamente dall'aspetto mostruoso e privi di empatia) sono descritti come tecnologicamente molto più avanzati rispetto agli umani: eppure vengono sconfitti tramite l'innesto di un banale virus da computer.
Ma non è questo l'aspetto importante, o meglio non è questo l'elemento di vero disturbo che si può avvertire guardando il film oggi.

La cosa che dà fastidio è la solita netta distinzione tra bene e male fatta per enfatizzare parole gesti e azioni compiute dai buoni....d'altronde più che mai in questo caso essendoci da salvare il mondo gli Stati Uniti devono essere sempre in prima fila.

La cosa stucchevole è quel falso moralismo, quella esaltazione dello spirito nazionalista da quattro soldi, quella esibizione di purezza interiore, quell'ostentazione di commoventi quadretti familiari, quel destino che tra lutti e insuccessi sembra accanirsi verso i protagonisti ma che viene solamente usato come molla per dare ancora maggiore risalto al successo che ne conseguirà (opportunamente proprio nell'anniversario dell'Indipendenza...), quell'eroismo a volte spaccone e scanzonato e a volte foderato di buoni sentimenti, quei bei discorsi di chiamata mondiale alle armi contro gli invasori per infiammare gli animi e tenere il morale alto....ma che sfociano in una banalità assoluta. Perlomeno, come dicevamo, verso lo spettatore un po' arguto e che conosce ormai a memoria i metodi usati dalla propaganda americana quando decide di mettersi in moto.

Un film dai robusti effetti speciali e girato come fosse un enorme spot, enorme successo al botteghino vista anche la mastodontica pubblicità che lo precedette. Ma che soprattutto oggi ci fa apparire ancora più senza senso e sbiadito quel copione trito e ritrito che deve esaltare i gendarmi del mondo, già ampiamente utilizzato in tante produzioni USA per allontanare dalla gente lo spirito critico, per giustificare crimini dietro termini come "sicurezza nazionale" e per accogliere con benevolenza non gli atti di difesa verso invasori ma gli attacchi verso paesi sovrani che anche dopo il 1996 non sono mancati.

Comunque un bravo a Will Smith e Jeff Goldblum.

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