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Robert Redford interpreta Harry Brubaker |
Per debellare un problema, bisogna conoscerlo
a fondo. E per conoscerlo a fondo, bisogna infiltrarsi al suo interno e vedere
le cose con i propri occhi.
Pensa questo Harry Brubaker, criminologo ed ex
ufficiale dell’esercito, quando dopo essere stato assegnato a dirigere il "Wakefield State Prison" in Arkansas decide inizialmente di infiltrarsi come carcerato
all'interno dell'istituto e assistere alla violenza come prassi quotidiana ed
essere spettatore interessato dei soprusi, delle prevaricazioni di un mondo
basato sulla legge del più forte e privo di ogni etica.
Rivelata la sua identità e fedele al principio
che in certi casi è più facile demolire e ricostruire da zero che non
revisionare un sistema iniquo, nonchè cosciente del fatto che devono esserci
"un peso e una misura" nell'agire per conquistare il vero rispetto
dei detenuti, Brubaker agisce da subito. Cerca di conoscere i detenuti e chi è
meritevole, elimina ogni clientelismo in essere tra l'istituto e gli esterni
azzerando i contratti in essere, licenzia persino un'impiegato dello stato reo
di complicità con il sistema corrotto. E' una vera e propria rivoluzione, che
disorienta e stupisce.
La popolazione carceraria si divide in due
gruppi: coloro che accolgono favorevolmente l'onda della rivoluzione perchè si
sentono, forse per la prima volta, parte di qualcosa di buono e di positivo,
qualcosa che riesce a dare nuova linfa e stimoli alla loro problematica
esistenza; coloro che invece sguazzavano nella corruzione e che temono che
"Brubaker farà diventare questo posto una prigione", sono coloro che
osteggiano il direttore riformatore.
E con il mondo esterno, le difficoltà non sono
da meno. Con il solo appoggio di Lilian, la donna che lo ha imposto a capo
della prigione, e contro l'ostilità dei corrotti membri del comitato della
prigione che intende gestirla solamente nel segno della continuità del sistema,
Brubaker è un uomo solo che abbandona la scena quando è consapevole che per
restare seduto al tavolo deve ricorrere a compromessi. E' un uomo solo che non
vede insieme gioco politico e verità. E' un uomo solo che non esita a mettersi
di traverso con chiunque pur di non essere complice di imbrogli, menzogne e
addirittura omicidi.
Nello sconforto per non riuscire a cambiare il
corso degli eventi, Brubaker perde anche il sostegno di Lilian che lo aveva
sempre sostenuto auspicando perlomeno un suo collaborazionismo: questo assoluto
isolamento lo porta inevitabilmente all'esautorazione.
Ispirato ad una storia realmente accaduta,
"Brubaker" racconta il cinema del realismo di denuncia così vicino
alle idee di Redford. L'idealismo puro, la coerenza ideologica, il coraggio del
vero cambiamento, il costante rifiuto di ogni ambiguità e il fare ciò che è
giusto e non ciò che è conveniente o sbrigativo. Con la consapevolezza di
andare verso un punto di non-ritorno, ma con la grande, grandissima gratifica
finale dell’ essere riuscito a fare breccia nelle coscienze dei detenuti, di
avere risvegliato in loro il senso di rispetto reciproco e verso gli altri, di
avere unito tutta la parte buona all'interno di un contesto corrotto. Il suo è
un addio amaro e trionfale, che conquista anche gli ultimi dubbiosi e darà loro
la spinta finale per dare continuità al rinnovamento ed essere i prossimi veri
riformatori e promotori di un’azione legale contro le ingiustizie e i soprusi
dell’istituto.