domenica 1 febbraio 2015

La sottile linea rossa (1998) - di Terrence Malick con Sean Penn, Jim Caviezel, Nick Nolte, Adrien Brody, Ben Chaplin, John Cusack, Woody Harrelson, Elias Koteas, John C.Reilly, John Travolta, John Savage, Jared Leto.

"Tra la lucidità e la follia c'è solo una sottile linea rossa"
(Rudyard Kipling)

La natura splendida e selvaggia melanesiana,
sfondo delle vicende del film.
Il maestro maudit Terrence Malick, incluso-escluso del cinema Hollywoodiano, realizza nel 1998 (e a distanza di 20 anni dal suo precedente film) questo affresco filosofico sulla battaglia di Guadalcanal nella II Guerra Mondiale.

La riservatezza e l'ostinato isolamento dalla vita pubblica sembrano essere i motivi principali della fama di questo regista: in realtà sono bastati pochi titoli e uno straordinario carisma a fare si che egli si ritagliasse una fetta di mito nel panorama del cinema americano contemporaneo.

Per il suo ritorno con "La sottile linea rossa" le più grandi stelle attoriali si sono letteralmente messe in fila per avere una parte, sia pure anche di contorno. Pur di esserci. Questo ha permesso di dare luce anche a parti marginali che, data la scarna caratterizzazione dei personaggi, non avrebbero potuto risplendere qualora affidate ad attori sconosciuti ai più.

Non lo si può definire un film di guerra. Troppo diverso da un film di guerra: solo "Apocalypse Now" può in qualche modo avvicinarsi al tipo di trattazione. Forse non è nemmeno un film nel senso stretto del termine: è un'opera d'arte, e come tale deve essere guardata. Come se si guardasse un quadro. Come un film di Kubrik.

La guerra è un brusio indistinto su cui poggiano la pesantezza delle vite dei militari: i loro pensieri, le loro speranze, le loro follie. La natura, bellissima e affascinante, sembra essere spettatrice inconsapevole ed estranea ai faticosi travagli degli uomini. La fotografia di John Toll, gli spazi aperti, i suoni impercettibili e le voci fuori campo avvolgono lo spettatore in una indescrivibile sensazione a volte empatica e a volte quasi opprimente, con un pessimismo leopardiano unito ad un senso di spossatezza quasi fisica.

Ci sono alcuni elementi centrali.
Come i flashback del soldato Bell verso la moglie cui soffre la lontananza e la mancanza: il senso verrà svelato alla fine del film.
Come il braccio di ferro tra l'ambizioso colonnello Tall e il mite capitano Staros, che alla fine verrà rimosso e avvicendato dal tenente Band.
E, più forte di tutti, lo straordinario confronto tra l'indimenticabile e mistico soldato Witt e il cinico e disilluso sergente Welsh.

Witt aveva inizialmente disertato rifugiandosi tra gli indigeni melanesiani assieme ad un compagno, per poi ricongiungersi con la compagnia fucilieri "Charlie" verso la quale si sente legato e pronto al sacrificio. Il controverso rapporto tra soldato e sergente e la loro differente visione del mondo è simboleggiata dai loro dialoghi, tra i quali quello nel campo erboso dove sono faccia a faccia e sembrano scrutarsi con profonda curiosità e stima dietro le apparenze:


Welsh: mi dispiace per te, ragazzo....
Witt: si?
Welsh: si...è così...questo esercito ti ammazzerà....se tu fossi intelligente baderesti a te stesso, non c'è niente che tu possa fare per gli altri....è come correre verso una casa in fiamme dove nessuno si può salvare. Secondo te che differenza può fare un solo uomo in tutta questa pazzia? Se muori, sarà per niente....non esiste un altro mondo al di fuori dove tutto va meglio....c'è solo questo...solo questo grande sasso.

 O quello successivo nella capanna del villaggio indigeno:

Welsh: ehi, Witt....a chi crei guai oggi?
Witt: che intende dire?
Welsh: non è questo che ti piace fare? Voltare a sinistra quando ti dicono di andare a destra? Perché sei così piantagrane, Witt?.....
Witt: Lei ci tiene a me, vero sergente? Ho sempre avuto questa sensazione....perché vuole dare la sensazione di essere una roccia? Un giorno posso venire a parlare con lei e il giorno dopo è come se non ci fossimo mai conosciuti....
(Witt guarda la capanna e la gabbia vuota con la porta aperta) ....una casa solitaria.....lei non si sente solo?
Welsh: solo in mezzo alla gente
Witt: ...solo in mezzo alla gente.....
Welsh: vedi ancora quella bellissima luce, vero? Come fai a crederci.....tu sei un mago per me.
Witt: vedo ancora una scintilla in lei....



E' la lotta espressa da Malick tra lo scetticismo della ragione e le speranze del cuore: è il pessimismo realista contro l'ottimismo idealista. La scintilla che Witt vede nel suo superiore è l'espressione della speranza che può nascere dall'uomo che riconosce l'empatia e la bellezza: la voce fuori campo di Welsh alla fine del film ("Se non Ti incontrerò mai nella mia vita, che senta la Tua mancanza") testimonia come il sergente abbia interiorizzato e fatto proprio qualcosa della grande visione di Witt, che raggiungerà alla fine il mondo diverso che aveva visto con i suoi occhi nuotando felice assieme ai bambini melanesiani.

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