domenica 21 dicembre 2014

Addio a Virna Lisi, bellezza senza tempo e dai mille volti.

Virna Lisi
E' venuta a mancare Virna Lisi, attrice dalle notevoli doti e gentildonna di altri tempi.
Questa bellezza solare dal volto angelico, gli occhi color cielo e un sorriso avvolgente e incantevole ci ha per tanti anni catturati con le sue variegate interpretazioni nella sua lunga carriera di attrice e di teatro. Restò sempre fedele al suo essere rifiutando l'industria del cinema di Hollywood ma senza per questo privarsi del lancio internazionale anche con registi prestigiosi.
La sua notevole sensibilità di attrice crebbe ulteriormente nella maturità, interpretando sia ruoli materni sia ruoli di donna forte e dai tratti a volte perfino crudeli, complice un volto congelato in un'algida maschera.
Il suo ricordo resterà indelebile, così come l'immagine di bravura attoriale, purezza e riservatezza che l'ha sempre contraddistinta.

domenica 14 dicembre 2014

Romanzo Criminale (2005) - di Michele Placido con Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Anna Mouglalis, Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio

 

Dal romanzo best-seller di Giancarlo De Cataldo, Michele Placido dirige questa gangster story italiana avvalendosi di un cast di interpreti italiani d'eccellenza. La storia della nascita e della prepotente ascesa della banda della Magliana, che si intreccia con un periodo storico italiano cruento: il terrorismo, le stragi, i sequestri, gli anni di piombo e la strategia della tensione.

Una locandina del film.
Dopo "Vallanzasca", sempre interpretato dal "suo" Kim Rossi Stuart, Michele Placido ci offre un altro spaccato della storia italiana malavitosa: la banda che per 10 anni conquistò Roma, avvalendosi di agganci importanti nel mondo della mafia e della politica.
Dalla realtà alla finzione. La storia è romanzata, come dice il titolo, anche per colmare gli inevitabili vuoti di cronaca. I tre episodi storici veri, corredati di immagini d'epoca, sono: la strage di Bologna, il rapimento Moro e l'attentato al Papa.
Gli improbabili legami amorosi sono l'elemento che porta i protagonisti a mettersi a nudo. Non ci sono né buoni né cattivi, ognuno è in grado di essere coraggioso o vigliacco a seconda degli eventi. Non c'è un codice di comportamento rigido: si fa uso di droghe. L'atmosfera è via via sempre più crepuscolare, il potere porta con sé anche la discordia, iniziano le divisioni tra i componenti della banda, si perde il contatto con la strada, e quando questo succede può esserci sempre qualcuno della strada che riesce a sopraffarti battendoti sul tuo vecchio campo.
E' l'inevitabile, ciò che forse in fondo i protagonisti hanno sempre saputo senza volerlo figurare.
E' l'atto finale di una lotta contro se stessi, che non può avere vincitori ma solo vinti.

domenica 7 dicembre 2014

Nemico Pubblico (2009) - di Michael Mann con Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard.

Il vero John Dillinger, il fascinoso rapinatore
vestito con abiti di alta sartoria.
La vita di John Dillinger, carismatico ed elegante rapinatore di banche attivo nel periodo della Grande Depressione e definito dall'FBI "Nemico Pubblico" n.1.
Il visionario e barocco Michael Mann si ripete nella regia biografica dopo Ali (2001), caratterizzando il film con gli elementi che gli sono propri. La straordinaria capacità di mescolare azione e atmosfere, i lunghi primi piani in movimento che sembrano volere leggere l'anima alle persone, una eccellente direzione della fotografia sempre curata dal "suo" Dante Spinotti: Mann proietta lo spettatore nel 1933 ma con la percezione del moderno, dei giorni nostri. Le rapine alle banche sono sorrette da un organizzazione perfetta, ma per Dillinger (un eccellente Johnny Depp) non si tratta tanto del cosa si fa ma del come lo si fa. E' stato una sorta di eroe popolare perché amava la gente e da essa voleva essere amato. Riuscì a ingraziarsi la stampa e a manipolare i media a suo vantaggio: in questo modo la gente comune non si sarebbe mai sentita di tradirlo nonostante ci fosse una taglia sulla sua testa. Anche perché Dillinger, calandosi alla perfezione in quegli anni così difficili di crac finanziario, si premuniva durante i colpi di distruggere con il fuoco i registri contabili che testimoniavano i debiti delle persone messe in ginocchio dalla Grande Depressione. Molti pertanto si riconoscevano in Dillinger, un uomo spiritoso che piaceva alle donne e che era come se assaltasse le banche per loro, in un certo senso.
L'FBI di J. Edgar Hoover e il suo agente di fiducia Melvin Purvis (Chrisian Bale) braccheranno senza tregua Dillinger, che ad un certo momento si avvicinerà ad un altro noto rapinatore di quel periodo, ma assai più cruento: Baby Face Nelson. Da quel momento le rapine saranno condotte in maniera meno "professionale" e con elementi assai meno disciplinati dei primi.
Una vita breve ma intensa quella del John Dillinger. Mann sottolinea il come egli vivesse con intensità ogni cambiamento, il rapido mutare degli eventi, senza preoccuparsi del futuro. Perché il meglio era quello che la vita offriva in quel momento: una vita pericolosa, si, ma piena di colori e con l'Amore non di una donna ma della donna che Dillinger voleva: Billie Frechette (Marion Cotillard).

sabato 6 dicembre 2014

Quei bravi ragazzi (1990) - di Martin Scorsese con Robert de Niro, Ray Liotta, Joe Pesci, Paul Sorvino.

Tratto dal best-seller di Nicholas Pileggi "Il Delitto Paga Bene", è un gangster-movie celebre e partecipato da attori che sono figure assolutamente carismatiche nel ruolo.
Il film è il racconto del pentito Henry Hill di trent'anni di vita nella mafia italo-americana.
Scorsese elabora in modo classico ma personale tutti gli stereotipi che sono propri dell'universo del genere, mitigando solo i toni tragici che solitamente accompagnano il protagonista nel capitolo finale, e enfatizzando stile, mentalità e riti criminali.
Martin Scorsese.
I "Bravi Ragazzi" Henry (Liotta), James (De Niro) e Tommy (Joe Pesci) hanno fatto tutto insieme. Hanno studiato dalla strada nella giovinezza e ora sono diventati degli imprenditori del crimine e la banda è gestita come una vera e propria azienda dove non manca la figura-chiave come Paulie (Paul Sorvino). Ognuno ha però il suo modo di essere: Henry è il più giovane e il meno cruento seppure determinato; James è il più potente e temuto per le sue conoscenze; Tommy è sanguinario e non esita a uccidere con noncuranza anche per motivi futili.
Anche l'elemento del film, destinato a spingere i protagonisti verso un destino ineluttabile, è ben rimarcato: l'uccisione a sorpresa, anche questa volta per trascurabili motivi e per la psiche instabile e violenta di Tommy, di un elemento di spicco della mafia. Il perché è bene evidenziato dalle parole di Hill:

"Per molti di noi, le uccisioni erano un fatto accettato. l'omicidio era l'unico modo per tenere tutti sotto controllo. Se sgarravi venivi fatto fuori, era la regola. Ma a volte anche chi non aveva sgarrato veniva fatto fuori. Insomma, uccidere era diventato un'abitudine. Uno si impegolava in una discussione e prima che se ne accorgesse c'era scappato il morto. Si facevano a revolverate di continuo. Sparare alla gente era normale, niente di strano. Però con Billy Batts fu una questione molto delicata. Tommy aveva ammazzato un pezzo da novanta. Batts faceva parte della famiglia Gambino ed era considerato un intoccabile. E per toccare un pezzo da novanta dovevi avere un buon motivo. Dovevi discuterne e dovevi ottenere l'autorizzazione, se non volevi essere fatto fuori tu".
Henry Hill (Ray Liotta).

Questo elemento, assieme all' "ultimo colpo" che dovrebbe essere lo spartiacque tra la carriera criminale e un futuro fatto di una vita agiata e tranquilla, è il motivo trainante della seconda metà del film che condurrà i protagonisti verso il loro destino.
6 nomination all'Oscar e grandissimi consensi da pubblico e critica per uno dei film-simbolo del genere. Enormi De Niro, Liotta e Pesci.




mercoledì 3 dicembre 2014

Bastardi senza gloria (2009) - di Quentin Tarantino con Brad Pitt, Christoph Waltz, Diane Kruger, Melanie Laurent.

Una locandina pubblicitaria del film.
La personalissima rivisitazione di Tarantino di tutte le primavere cinematografiche della svastica. Un prodotto bizzarro, come nella tradizione tarantiniana, ma assolutamente magnetico.
I "Bastardi", capeggiati dal tenente sanguemisto americano Aldo Raine (Brad Pitt) vengono inviati in Francia con una missione chiara: uccidere e scalpare nazisti. Il più possibile. E in allegria!
Nel contempo, le alte sfere tedesche esaltano le imprese militari di un ufficiale tedesco per farne un film di propaganda, "Orgoglio della Nazione", che avrà la sua première in un cinema parigino. Ma il cinema è gestito da una ragazza ebrea che ha cambiato identità dopo essere scampata allo sterminio della sua famiglia, e che congegna un piano per vendicarsi....il destino condurrà i "Bastardi" nella stessa sala cinematografica per decapitare l'elite nazista. Hitler, Goebbels, tutto lo stato maggiore. Perché quella sera "le uova marce saranno tutte nello stesso paniere"......
Sempre ricco di citazioni, omaggi a film del passato e richiami a contesti storico-culturali come nella migliore tradizione di Tarantino, l' "Inglorious Bastards" dell'estroso regista è film autonomo, ricco di invenzioni narrative e in questo caso esempio di storia alternativa.
Il primo capitolo del film nella campagna francese, in particolare, è da antologia. Circa venti minuti con pathos sempre più crescente, con protagonista assoluto il colonnello SS Hans Landa (Christoph Waltz), nazista colto e suadente conversatore poliglotta, l'uomo che il Führer ha strappato alle montagne della sua Austria perché egli è denominato il "cacciatore di ebrei": a differenza della maggior parte dei tedeschi egli sa pensare come un ebreo, e quindi può capire dove un ebreo può nascondersi.
Il suo discorso incalzante con il contadino francese capofamiglia è una perla per qualità del dialogo, spessore culturale, intensità smorzata da apparentemente concilianti pause, opportuni cambi di lingua all'interno del discorso, velate allusioni e capacità di smontare passo dopo passo il tentativo della controparte di nascondere la verità e mascherare il proprio stato d'animo, fino a distruggere psicologicamente lo sfortunato fattore con furbizia, eleganza e inflessibilità. Per vedere poi la crudeltà materializzarsi nello spietato ordine che precede la carneficina.
E' lui, Christoph Waltz, il vero protagonista di "Bastardi senza gloria": premiato con l'Oscar e Palma d'Oro a Cannes, si dimostra attore straordinario e lo stesso Quentin Tarantino ne darà conferma ingaggiandolo successivamente anche per "Django Unchained".

martedì 2 dicembre 2014

Il caso Thomas Crawford (2007) - di Gregory Hoblit con Anthony Hopkins, Ryan Gosling, Rosamund Pike, Cliff Curtis, Bob Gunton.

"...sa, mio nonno era un fattore, vendeva uova....controllavo le uova con la candela, sa come si fa? Tieni l'uovo contro la luce della candela e guardi se ci sono imperfezioni. La prima volta che l'ho fatto mi disse di mettere tutte le uova rotte o incrinate in un secchio per la pasticceria. Lui tornò un'ora dopo e c'erano 300 uova nel secchio per la pasticceria. Mi chiese che diavolo stavo facendo....ma avevo trovato una crepa in ognuna di quelle....sa, punti dove il guscio era più sottile.....e...incrinature capillari.....se guarda attentamente, troverà che ogni cosa ha un punto debole dove può rompersi, presto o tardi....."
Anthony Hopkins (Thomas Crawford) durante un colloquio con Ryan Gosling (avvocato William Beachum).

Questo è il glaciale Ingegnere Aeronautico Thomas Crawford. Vive in un mondo fatto di logica, di razionalità e governato dal principio di azione e reazione (ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria....). Sulla base di tutto questo, non è problematico per lui sparare alla moglie una volta scoperto di essere tradito e chiamare la polizia con naturale calma e sicurezza.
Il processo è quindi inevitabile, ma una apparente facile vittoria dell'accusa diventerà invece la demolizione dell'impianto accusatorio da parte dell'accusato. E l'avvocato Beachum dovrà ripartire da zero mettendo in gioco la sua credibilità contro un imprevedibile avversario.

Anthony Hopkins.
Ryan Gosling.
Gregory Hoblit bissa "Schegge di Paura" con un altro thriller processuale. Pur con più di un binario parallelo con il lavoro precedente (la presenza femminile croce e delizia, la sfuriata dell'avvocato contro il suo team reo di non essere efficiente nella ricerca fisica delle prove a sostegno, gli ambienti patinati), questa volta l'ispirazione è il "Delitto Perfetto" hitchcockiano. Opere ingegneristiche, geometria e glaciale cinismo alla ricerca della simmetria perfetta.
Sullo sfondo di una Los Angeles sempre ammaliatrice con le luci notturne e gli sfavillanti grattacieli della downtown, l'incontro-scontro tra il giovane avvocato, l'emergente talento Ryan Gosling, e un Anthony Hopkins semplicemente perfetto con la sua espressione calma, l'aspetto distinto e la voce pacata, tratti caratteristici che rendono ancora più inquietante la mitezza che accompagna ogni suo gesto, sarà il motivo trainante di tutto il film e chiarirà che nulla, fino alla fine, sarà scontato.

lunedì 1 dicembre 2014

Million Dollar Baby (2004) - Di Clint Eastwood con Clint Eastwood, Hilary Swank, Morgan Freeman, Anthony Mackie, Michael Pena

La locandina del film.
Frankie Dunn è un ex pugile ora allenatore-manager di boxe cui la vita non ha risparmiato amarezze che però lui ha interiorizzato senza rancori, pur con un carattere introverso e scorbutico. Gestisce una palestra di second'ordine assieme a Scrap, anch'egli ex pugile proprio sotto la guida di Frankie, con il quale ha un rapporto di amicizia ma conflittuale: Scrap perse la funzionalità di un occhio durante un incontro e di questo Frankie  si sente responsabile avendo egli condotto Scrap a misurarsi per il titolo. A causa di questo ricordo, i contrasti tra i due sono frequenti spesso anche per banali pretesti.
Frankie si reca ossessivamente a messa martellando il reverendo con le sue domande senza risposta su religione e fede.
Coltiva una singolare passione per la lingua gaelica.
Tiene un rapporto epistolare con la figlia che non vede da molti anni, ma le sue lettere non ricevono risposta e gli vengono puntualmente recapitate indietro senza nemmeno venire aperte.
La vita ha insegnato a Frankie a detestare il rischio: per questo motivo e preoccupato più di proteggere i propri pugili che non spingerli verso traguardi ambiziosi, evita di farli concorrere per il titolo addicendo loro che non sono ancora pronti per combattere.
Dopo che il suo ultimo pugile lo lascia per un altro manager ben più arrivista che gli garantisce l'incontro per il titolo senza fronzoli, Frankie si trova senza pugili da allenare e quindi senza un vero progetto da portare avanti.
Ecco quindi entrare nella sua vita Maggie Fitzgerard, determinata ragazza di modestissime origini e con pochi dollari in tasca che si guadagna da vivere servando ai tavoli, ma con una passione per la boxe che la porterà a superare ogni limite giustificato dalla già avanzata età con la quale inizia a misurarsi seriamente con questo sport.
L'incontro con Frankie, inizialmente restio ad allenarla ma poi sempre più conquistato dalla grinta e volontà della ragazza, darà vita ad un nuovo capitolo nella vita di entrambi: Frankie rivedrà in Maggie la figlia con cui non riesce più ad avere contatti, Maggie rivedrà in Frankie il padre che le è mancato tempo prima.
Insieme condivideranno il loro destino, uniti a doppio filo verso l'ineluttabile.
"Million Dollar Baby" è un film che è ambentato nel mondo della boxe ma non è un film sulla boxe. E' un film sulla competizione che diventa ragione d'essere, sui rapporti umani e sull'empatia, sulla gioia e sul dolore, sulla generosità e sul'avido menefreghismo, sul senso della famiglia , su come i cambiamenti nella vita delle persone possono avere un prezzo da pagare a volte molto alto.
E' un film che racconta il dolceamaro della vita con una grazia e una intensità propria dell'ultimo Eastwood, che ha ormai abbandonato i panni da duro del Texano dagli Occhi di Ghiaccio e dell'Ispettore Callaghan per lasciare il posto ai toni dimessi ma non per questo meno incisivi. Unendo alla saggezza e alla disillusione una velata malinconia. Ma è un Eastwood che dimostra anche la sua grande attenzione ai problemi e alle tematiche sociali, come l'eutanasia. Argomento che egli affronta frontalmente e con consapevole fermezza.
Le musiche, preparate e scelte con grande attenzione dallo stesso Eastwood, sono il perfetto connubio tra la grande carica emotiva contenuta nel film proiettata nello spettatore che ne viene avvolto al punto da immedesimarsi nel profondo con i sentimenti e le emozioni dei protagonisti di questa vera storia di educazione alla consapevolezza.
4 premi Oscar. Per noi il migliore film del decennio 2000-2010. Per qualità assoluta di regia e recitazione, empatia e intensità, perfetto equilibrio tra realismo e pathos, cura dei dettagli. Sono cose che fanno la differenza e alle quali un cinema che sa anche essere di buona qualità come ad esempio il cinema italiano  -ma che risente di una colpevole mancata attenzione verso le cose che fanno davvero ricordare un film nel tempo-  dovrebbe attingere.