domenica 18 gennaio 2015

La Rosa Bianca - Sophie Scholl (2005) - di Marc Rothemund con Julia Jentsch, Alexander Held, Andrè Hennicke.

Un francobollo tedesco raffigurante Sophie Scholl
Straordinaria Julia Jentsch. Una performance da Oscar.

Monaco, Germania, 1943. Un gruppo di coraggiosissimi giovani universitari si ribellano al Nazismo e alla macchina da guerra. Nasce così la "Rosa Bianca", movimento di resistenza alTerzo Reich.

Sophie e Hans Scholl sono sorella e fratello, accomunati dagli stessi ideali. Le loro biografie testimoniano il loro essere persone gioiose, provenienti da famiglia religiosa ma non bigotta, e che nonostante tutto riuscivano a godersi la vita nonostante il regime.

Il 18 Febbraio 1943 vengono scoperti e arrestati per aver distribuito di nascosto all'interno dell'università dei volantini antimilitaristi e inneggianti al risveglio delle coscienze verso il popolo tedesco.
Sophie viene quindi interrogata dalla Gestapo: sarà l'inizio di uno strenuo duello psicologico affrontato dalla giovane ragazza con straordinario coraggio e fermezza.

Mohr, l'ufficiale della Gestapo e investigatore professionista occupatosi del caso, aveva 26 anni di esperienza. Aveva già visto tre governi tedeschi susseguirsi ed aveva abbracciato il Nazionalsocialismo che gli aveva garantito una importante carriera. Esperto in interrogatori, era capace di fare cedere in 10 minuti l'accusato e costringerlo alla confessione.

Ma Sophie Scholl è tenace. La ragazza mente e nega, ricorre a strategie e provocazioni, sembra sul punto di crollare ma ecco che invece si riprende con rinnovata forza arrivando quasi a disarmare il suo avversario. Mohr ad un certo punto arriva ad avere un tale rispetto per la ragazza che le dà la possibilità di salvarsi con la ritrattazione della sua confessione.
La ragazza rifiuta, vedendo in questo un tradimento dei suoi ideali. Viene quindi tradotta assieme al fratello davanti al cosiddetto "Tribunale del Popolo" presieduto dal tristemente noto giurista Roland Freisler: è un processo-farsa, dove tutte le aberrazioni e la degenerazione del diritto nel III Reich emergono con evidenza.

La ricostuzione storica poggia su un meticoloso lavoro di ricerca da parte del regista Marc Rothemund. Dopo la caduta del muro, sono stati trovati nuovi protocolli con gli interrogatori della Gestapo a Sophie Scholl, utilizzati per realizzare il film.
Il risultato è un opera intensa, accurata e con momenti di grande empatia.

Sophie Scholl è un fulgido esempio di coraggio, bontà, sensibilità e fermezza. In tempi come quelli di oggi, sempre più carenti di punti di riferimento per i giovani e zeppi di "casi" da prima pagina creati e smontati dai media senza che mai sia possibile sondare l'effettiva sincerità di chi compie le gesta, questa ragazza di 21 anni che ha dato tutto e alla fine se stessa è davvero un raggio di luce intensa cui le nuove generazioni dovrebbero farsi avvolgere.

domenica 11 gennaio 2015

L'avventura del Poseidon (1972) - di Ronald Neame con Gene Hackman, Ernest Borgnine, Shelley Winters, Stella Stevens.

In un periodo cinematografico, quello degli anni '70, che inaugurò un proficuo filone del genere "catastrofico", questo film è uno dei titoli più noti. Anche per la partecipazione di ben 15 attori vincitori di premi Oscar.
Ci sono dei tratti comuni nella molteplicità dei film di questo genere. Le scene di terrore e suspense intermezzate dalle storie private e intime dei protagonisti, spesso appartenenti a variegate e differenti scale sociali. La figura guida, disposto ad assumersi grandi responsabilità pur di condurre i pari sventurati alla salvezza. La figura burbera e collerica. Il ragazzino intelligente e coraggioso. Le donne, determinate o più fragili ma spesso determinanti negli sviluppi degli eventi. Gli irresponsabili che hanno contribuito a fare maturare il disastro, spesso destinati a perire in esso. Non tratto ultimo, il complicato rapporto tra l'uomo e il progresso.
La Queen Mary, il modello della nave del film.
Il Poseidon è la nave di linea che si trova ad essere ribaltata di 180° in alto mare dopo essere stata travolta da una cosiddetta "onda anomala".
La figura guida è quella del reverendo Scott (un giovane Gene Hackman), straordinario per lungimiranza e coraggio.
L'idea anticonformista del reverendo Scott riguardo il rapporto tra l'uomo, il suo destino e Dio, da lui esposta, è passaggio memorabile del film. Il suo personale, curioso e controverso rapporto con la religione rivelato nel sermone sul ponte della nave si rivela profetico nel suo preparare l'uditorio alla terribile prova che lo aspetta e che solo pochi di loro riusciranno a superare. Così li esortava:

"Dio è occupatissimo. Egli ha tutto un piano per l'umanità che supera di molto la nostra comprensione. Quindi non è ragionevole aspettarsi che egli si preoccupi dell'individuo. L'individuo è importante solo in quanto serve quale nesso creativo tra il passato e l'avvenire....con i suoi figli....i suoi nipoti...con il contributo che presta all'umanità. Pertanto, non pregate Dio di risolvere i vostri problemi! Pregate invece quella parte di Dio che avete in voi. Abbiate il coraggio di battervi da soli. Dio vuole anime coraggiose, vuole vincitori. Non rinunciatari. E se non riuscite a vincere, almeno provateci! Dio Ama chi tenta. Quindi, quale decisione dobbiamo prendere per l'Anno nuovo? Far sapere a Dio che abbiamo la volontà e il fegato per cavarcela da soli! Siate pronti a battervi per voi e per gli altri....per coloro che Amate....e quella porzione di Dio che è dentro di voi si batterà con voi sino in fondo!".
(il reverendo Scott).

Quando matura il disastro, il reverendo Scott non ha dubbi sulla strada da seguire. Non è l'attesa dei soccorsi, ma è l'azione. Per la salvezza bisogna prendere la strada in salita.
Saranno in pochi a seguirlo nell'avventura, saranno tante le vite perdute. E gli avvenimenti drammatici sgretoleranno le sue residue certezze sulla religione e daranno sostanza a tutti i suoi ammonimenti.

Kill Bill Volume 1 (2003) - di Quentin Tarantino con Uma Thurman, David Carradine, Lucy Liu, Michael Madsen, Daryl Hannah, Julie Dreyfus

Un logo del film.
Una summa poetica di Tarantino, capace di riunire azione, duelli, stragi splatter e continui scontri omaggiando il cinema Orientale con la spada samurai, il kung-fu e l'animazione nipponica. Con tonalità quasi spaghetti western a richiamare Sergio Leone ed Ennio Morricone.
Una storia di un killer assetato di vendetta per essere stato vittima di un imboscata da parte della "Deadly Viper Assassination Squad" proprio il giorno delle sue nozze. Dopo quattro anni di coma rinasce con un solo pensiero fisso: la vendetta. Identificandosi a tal punto nella propria missione da trasformarla in una vera e propria "raison d'être", identificandosi a tal punto nel suo personaggio da circondare da un alone leggendario e quasi romantico la sua personalità.

"La vendetta non è mai una strada dritta. E' una foresta. E in una foresta è facile smarrirsi. Non sai dove sei, né da dove sei partito".
(Hattori Hanzo)

"Quella donna merita la sua vendetta. E noi meritiamo di morire".
(Budd)

"Deve soffrire. Fino all'ultimo respiro".
(Elle Driver)

"Come hai fatto a trovarmi?" (Black Mamba)
"Io sono Io" (l'invisibile Bill).