domenica 24 agosto 2014

Via col Vento (1939) - di Victor Fleming con Vivien Leigh, Clark Gable, Olivia De Havilland, Leslie Howard

Clark Gable e Vivien Leigh
La spettacolarità kolossal inserita in una cornice melodrammatica. Uno spaccato della storia d'America. L'Amore portatore di conflitti interiori. La Storia mitizzata e romanticamente affrescata.
Ci possono essere mille modi per definire questo film che ha fatto la storia del cinema. E ancora oggi non può che riscuotere grande successo ogni volta che viene riproposto in televisione, successo che non cessa di fare seguito al successo planetario riscosso dal film a partire dalla sua prima uscita e dal romanzo da cui è tratto.
Ambientato nel Sud degli Stati Uniti durante la guerra di secessione e letto dal punto di vista dei sudisti americani, il film ripercorre le vicissitudini di due ricche famiglie di possidenti terrieri, gli O'Hara con la proprietà "Tara" e i Wilkes con l'adiacente tenuta de "Le Dodici Querce". La tranquilla e mondana vita delle due famiglie viene sconvolta dall'arrivo della guerra di secessione, che invece viene accolta con entusiasmo e voglia di rivalsa da parte di tanti giovani idealisti del Sud, inconsapevoli della disparità delle forze in campo. Tragica dimostrazione di come gli uomini in certi casi possano ritrovare nella guerra stessa l'occasione per rivivere.
Colpi di scena e tragici avvenimenti si susseguono fino alla fine. Dal destino delle famiglie alle storie individuali dei protagonisti.
I dialoghi sono di qualità assoluta. Assortiti di frasi che hanno fatto la storia del cinema. Così come naturalmente tutte le prestazioni attoriali sono di valore assoluto.
Ovviamente non si può prescindere dai protagonisti: Vivien Leigh e Clark Gable.
L'ambitissimo ruolo di Rossella O'Hara prese dunque vita nei verdissimi occhi di Vivien Leigh. La sua indimenticabile interpretazione della civettuola, testarda e infine saggia eroina le fa vincere un Oscar e offusca ogni sua prova successiva. La complessità del suo personaggio dalle mille sfaccettature, divisa tra un Amore idealizzato che si dimostra alla fine effimero e volontà di affermazione contro tutto e tutti, avvalora ancora più la sua straordinaria performance.
Solo l'affascinante Rhett Butler, il rude e affascinante avventuriero interpretato da un grande Clark Gable, riuscirà, almeno alla fine, a scuotere Rossella e a farle acquistare piena consapevolezza. La sua immagine mentre stringe tra le braccia e bacia la scontrosa figlia maggiore degli O'Hara è una icona che entra nella storia del cinema.
Così come il malinconico Ashley e la pura Melania, una citazione particolare merita Mami, la schiava nutrice di Rossella: regina del buonsenso, della lungimiranza e dalla energica saggezza.

martedì 12 agosto 2014

Robin Williams, l'ultimo attimo fuggente

Robin Williams ci ha lasciato. Per tutti noi che ammiravamo l'attore, il grande interprete della terapia del riso e dell'anticonformismo attoriale, è un vuoto che non potrà essere colmato.
C'è del mistero in questa fine, si ventila l'ipotesi del suicidio. Ma questo piccolo spazio internet intende unicamente omaggiare il talento attoriale, la versatilità e la completezza dell'interprete che è stato capace di entusiasmarci, farci commuovere e farci riflettere.
Vedendo i film che lo hanno visto protagonista, si è molto spesso potuto scorgere un marchio di fabbrica, una matrice comune: il voler esprimere, nel significato più profondo di questa parola, tutte le umane debolezze e fragilità ma sempre messe assieme ad una grande fiducia e ottimismo proprio verso ciò che l'essere umano può ottenere da se stesso e nei rapporti con gli altri.
Dotato di una comicità debordante e fulminante, straordinario nelle variazioni mimiche, nei giochi di parole e nelle battute a raffica ma cariche di incisività, e allo stesso tempo avvolto da un velo di tenerezza, è stato capace di domare e misurare la sua eccentricità in ruoli meno divertenti.
Il professore del "sappiate cogliere l'attimo....rendete meravigliose le vostre vite..." è diventato l'interprete di sé stesso. Perché, ne siamo certi, ora riuscirà a spingersi al di là dei sogni come aveva a noi insegnato.

sabato 9 agosto 2014

A Hystory of Violence (2005) - di David Cronenberg con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris & William Hurt.

L'attore Viggo Mortensen
Una cornice di apparente normalità.
Una famiglia di un piccolo centro dell'Indiana, lontano dall'America glamour e dalle grandi metropoli.
Un padre di famiglia mai sopra le righe, anzi dai toni quasi dimessi, un onesto lavoratore con la propria piccola attività di ristorazione, quasi un dispensatore di gentilezza e cordialità dalla reputazione impeccabile. Con una moglie e due figli che sono il centro del suo mondo.
Un esempio di famiglia americana modello.
E' tutto così? E' tutto qui?
Ma no che non lo è. Cronenberg ce lo fa capire da subito, con quel senso di inquietudine, di torbidezza e disagio che crea dalle prime inquadrature, dai primi dialoghi. Dove in una cornice di altrettanto apparente normalità un'orrenda realtà viene svelata.
Una storia di violenza. Un mondo di tranquillità catapultato apparentemente per caso in una realtà fatta di soprusi, di vendette, di sopraffazione, di rivendicazioni e di gangster in doppiopetto.
E la famiglia interiorizza e fa sua questa violenza, in ciascuno dei propri componenti. E pian piano la verità viene svelata.
Il finale è la resa dei conti. Pur essendo un pizzico indulgente verso quella forma di sensazionalismo cui il cinema USA ha spesso attinto a piene mani, riesce ad essere credibile e soprattutto coerente. E' necessario tornare dove tutto è cominciato, la salvezza o la fine sono lì. Perché, come Tom Stoll sa, noi possiamo chiudere con il nostro passato ma il nostro passato non chiude con noi.