domenica 1 marzo 2015

Birdman (2014) - di Alejandro Gonzales Inarritu con Michael Keaton, Edward Norton, Naomi Watts

Michael Keaton
Riggan Thompson (Michael Keaton) è un attore e regista decaduto che versa in una crisi professionale e personale.
Quasi posseduto dal suo alter ego, Birdman, un supereroe pennuto che lo ha reso celebre e dall'ossessiva voce fuori campo che lo esorta ad abbandonare la carriera teatrale che egli tenta di intraprendere nel nome delle trame hollywoodiane che ne decretarono le passate fortune.
In bilico tra passato e futuro, con un presente minato da un complicato rapporto con la moglie e un conflittuale rapporto con la figlia che lo accusa di essere stato abbastanza impalpabile come genitore, egli non reggerà la pressione e si abbandonerà a fuoribonde liti sul set con il nuovo attore del cast Mike Shiner (Edward Norton) mestierante nella vita reale e reale sul set tanto da improvvisare (senza riuscirci) un rapporto sessuale a sorpresa con l'attrice Lesley (Naomi Watts).
Dopo un aspra invettiva con una critica cinematografica, Birdman passerà la notte a bere.
Al risveglio, il giorno dopo, il suo destino si compirà.

Stavolta abbiamo bisogno noi di essere illuminati.
Non l'abbiamo capito.
Il successo con gli Oscar ha spianato la strada alla visione cinematografica anche con noi, ma uscendo dalla sala cinema non ci si è sentiti arricchiti rispetto a quando siamo entrati.
Quasi nessuna sensazione, né buona ne brutta. E' questo il punto: nessuna sensazione.
Capiamo la patologia del vivere, capiamo la riflessione introspettiva, capiamo quell'eterno ondeggiare tra sensi di colpa e volontà di affermazione propri delle star più tormentate, capiamo la scoperta di se stessi. Ma, pur apprezzando qualche spezzone e qualche dialogo non banale e degno di nota, non siamo riusciti a trovare un filo conduttore, un motivo trainante, una vera essenza di significato del film.
La telecamera passa dal dietro le quinte, ai set, a Broadway, in un'incessante sequenza descrittiva dei fatti ma alla fine si resta interdetti. Ci si alza e si dice: "allora?". Forse questo è il nuovo cinema, che cerca di sopperire la saturazione creativa e la povertà di idee cercando il colpo ad effetto. Questo è tutto il "buono" che riusciamo a riscontrare.

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