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Un ritratto rappresentante il Cuore Sacro di Gesù. |
Una manager di successo, Irene Ravelli, eredita il patrimonio di famiglia consistente in un antico palazzo che vuole utilizzare, con l'aiuto della zia confidente e socia in affari, a scopi speculativi imprenditoriali.
L'incontro di Irene con una bambina imprevedibile, misteriosa e dai metodi spicci, cambierà la vita della giovane donna. Facendole conoscere un mondo nuovo: quello dei senzatetto, dei diseredati, dei "nuovi poveri". Contro il volere della zia, Irene trasformerà l'antico palazzo di famiglia in una mensa dei poveri e intraprenderà un viaggio in se stessa che attraverso la scoperta dell'altruismo e la spoliazione delle ricchezze materiali la porterà ai confini della follia.
Il tema trattato, ovvero il rapporto tra la ricchezza borghese e la povertà popolare, è già stato ampiamente utilizzato in tante produzioni cinematografiche con diverse sfaccettature sia in chiave ironica e quasi farsesca che in chiave più impegnata. Ma certamente non con questa introspettività, non con questo aspetto così "spirituale" che trasuda quasi in ogni inquadratura, nelle scritte, nei misteriosi simboli e nelle immagini religiose presenti sulle pareti delle stanze dell'antico palazzo.
La protagonista Barbara Bobulova riempie anch'essa ogni inquadratura con quel senso di inquietudine e smarrimento che gradualmente si trasforma in nuova consapevolezza spirituale da sempre dentro di lei ma fino a quel momento così sopita.
Benny, la bambina, sembra quasi essere una messaggera di Dio la cui missione è illuminare la strada di Irene e scoprire il "Cuore Sacro" che batte in lei.
La pragmaticità di Padre Carras, che pur senza scoraggiare l'opera della donna cerca di dissuaderla dall'agire sola contro tutto e tutti prediligendo invece il riconoscimento della Chiesa nello svolgere le sue attività benefiche, sembra essere invece il collegamento tra lo stato di trance in cui quasi versa Irene e il mondo reale.